giovedì 2 settembre 2010

Chi sono.

Non ero molto sicuro su cosa dovesse riguardare il primo post pubblicato qui.
Proprio per niente. Pensavo di aprire parlando di politica o di religione, però mi sono fermato. Non sarebbe certo stato educato da parte mia il non presentarsi prima di parlare con gli eventuali lettori.
La breve presentazione che trovate a sinistra è alquanto nebulosa, un brevissimo riassunto di chi sono e degli ideali che mi spingono a scrivere.
Quindi, affinché non parliate con un fantasma, vi dirò chi sono.
Mi chiamo Artemis e ho diciotto anni. Frequento un liceo classico abbastanza rigido e severo, nonché molto impegnativo. Raramente mi trovo bene a parlare coi coetanei e spesso neanche ci provo. Non che mi reputi necessariamente più intelligente, solo non ho molti interessi in comune.
Particolarità: disforia di genere. Parlo di me stesso al maschile, essendo sono un uomo nel corpo di una donna.
Siete dunque pregati di figurarvi una ragazzina di aspetto piuttosto gradevole, molto esile e di altezza media, che siede con fare scomposto sul sedile di un bus, in silenzio e con lo sguardo perso nel vuoto nonché molto seccato. Aggiungete abiti particolari, come divise da scuola giapponese o gonne corte o stretti bustini guarniti di pizzo, capelli lunghi fino alle scapole e di colore scuro, lunghe mani dalle dita sottili, adatte a battere sulla tastiera di un computer.
Quella, o quello, sono io.
Piacere.
Come spiegato a lato, sono profondamente anticlericale (liberi di reputarmi intollerante) e comunistoide. La mia famiglia è di destra e spesso volano parole grosse.
Dopo il liceo penso di iscrivermi a Medicina e di diventare un medico psichiatra. Credo che frequenterò l'università di Bologna, ma da qui a un anno molto può cambiare.
Fra i miei interessi figurano argomenti scottanti come politica, religione e società, e altri più leggeri come il Giappone in generale, che siano anime, manga, jrock o comunque usi e costumi.
Non ho aperto questo blog per parlare di questi ultimi.
Sempre a lato parlo di un ricatto.
Mi spiego subito: tante e grosse sono le ingiustizie che subisco andando al liceo classico, ma non posso fare molto per tutelarmi proprio perché, se disgraziatamente venissi preso di mira e bocciato, non potrei andarmene subito dalla Sardegna. Per me sarebbe una vera e propria tragedia. Il mio ricatto è dunque questo.
In seguito parlerò di cose di cui i nostri partigiani tg non parlano mai: la scuola vista da parte dello studente. Non più sfaccendati che spaccano banchi, ma giovani normali, che pensano al futuro come pensano al presente, che però non vengono presi sul serio né tutelati.
Ora purtroppo non è tempo.
Non credo che questo blog verrà letto da molti, ma non importa.
Se ci sarà qualcuno disposto a leggermi e ascoltarmi, mi reputerò ben felice di descrivere il mio punto di vista.
A presto.

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