lunedì 4 ottobre 2010

Voli pindarici. (D)istruzione

Mi è capitato spesso di pentirmi, durante la mia tramontante carriera di liceale, di star frequentando un liceo di paese. Non lo ho fatto per svogliatezza, ma perché volevo fare lingue e non mi aspettavo di trovare una situazione tanto tragica. Ho sinceramente terrore di non riuscire ad entrare in facoltà a numero chiuso e temo che ciò avrà ripercussioni nella mia carriera universitaria, anche in facoltà più accessibili.
Eppure, ogni volta che ho confrontato con studenti di altri licei il programma di italiano (in genere, diciamocelo, il più tosto), ho tirato un sospiro di sollievo.
Che me ne frega di sapere l'interpretazione del noto ed egregio professore Pinco Pallino del verso x della poesia y?
Che me ne frega di dover interpretare l'incontro FATALE di Tizio e Caio che ha portato all'illuminazione del primo?
Sono cosciente di avere alcune notevoli lacune, ma almeno ho avuto tempo per leggere autori che mi hanno fatto riflettere, crescere o di prendere la certificazione di ECDL, molto più utile di un capitolo dell'Inferno di Dante. Nessuno mi linci per questo: io almeno mi risparmierò un esame all'Università, con tanto di crediti meritati.
Non ho mai visto una materia tanto inutile e unilaterale. Chi mi dice che i veri grandi autori sono quelli a cui si dedicano 40 pagine di libro? Non ho ancora capito l'importanza di Alfieri: basterebbe uno studio meno approfondito e capirei ugualmente il suo contributo al mondo. Sarebbe una meraviglia se si spingesse gli alunni a leggere, per esempio, un tot di libri di un tot di autori di un certo movimento culturale e poi presentare un'impressione propria. Sì, sono cosciente che queste fantasie sono soltanto una mia pippa mentale, ma che nessuno si lamenti se poi la letteratura è ghettizzata, se la cultura generale della popolazione si rivela pessima: la giornata è fatta di 24 ore, non posso imparare vita morte e miracoli di qualcuno e poi farmi una cultura o delle esperienze personali.
Per questa ragione, è veramente stupido additare come scemo/ribelle/nullafacente chi perde qualche anno scolastico, chi non ha una media eccellente o chi non ha il diploma. Il mondo è pieno di vecchietti analfabeti che della vita sanno tutto, di "drogati" che girano il mondo, di ripetenti accaniti lettori che meritano molta più ammirazione di chi conosce la regolarità di Petrarca.
I cosiddetti professoroni dalla vita ligia dovrebbero storcere meno il naso e piangere di fronte alle lezioni che potrebbe fargli un lavapiatti amante della lettura. La verità è che questa situazione fa loro comodo: troppe proteste verrebbero ascoltate e gradite, se troppe menti realmente pensanti salissero ai vertici.
Evviva i maledetti licei e istituti scadenti. Se una cosa del genere può venir detta, vuol dire che siamo proprio alla frutta.

1 commento:

  1. L'ECDL! Erano anni che non ne sentivo parlare. Io l'ho preso alle superiori e all'esame di informatica (alla facoltà di lettere) non ho studiato per niente (prendendo un 28). Io amo Dante, ed è l'argomento della mia tesi, quindi considero la Commedia l'inutile più utile. Di Alfieri si dovrebbe far leggere il Saul.
    MiPiaccionoGliAnziani

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